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Sulle visure catastali debuttano i metri quadri

La riforma del catasto che punta a mutare il parametro considerato per il calcolo della rendita di un immobile è ancora lontana. Dal numero di vani, attualmente l’indicatore che determina questo valore, si vorrebbe passare a prendere come riferimento i metri quadri, considerando come nei decenni sia cambiata la morfologia della casa, ma non solo. Si tratta in ogni caso di processi e rivoluzioni piuttosto lenti che, attualmente, non risultano in dirittura d’arrivo e di concretizzazione. Ma dall’Agenzia delle Entrate arriva una notizia che conferma che prima o poi la rivoluzione avverrà e che i metri quadri diventeranno l’indicatore per determinare la rendita catastale degli immobili.

L’Agenzia delle Entrate ha reso ufficiale come nelle visure catastali, da oggi, indicherà la metratura degli immobiliappartenenti alle classi A, B e C. La nuova regola vale per le unità urbane e a destinazione ordinaria. La superficie catastale sarà considerata al lordo degli spazi accessori e nel caso delle abitazioni non saranno inserite nel conteggio i balconi, i terrazzi o altre aree all’aperto appartenenti alla proprietà. Al momento questa innovazione avrà un risvolto “sperimentale” sul pagamento della Tari, la tassa urbana sui rifiuti; Imu e Tasi, invece, saranno ancora calcolate in base alla rendita catastale che, a oggi, come anticipato, continua a essere stabilita dal numero di vani presenti nell’immobile.

Agli esperti del settore appare chiaro come, fin da questo esperimento sulla Tari, saranno messe bene in luce le differenze e le disparità generate dall’attuale sistema catastale in cui si fa fede ai vani piuttosto che all’effettiva metratura di un immobile.